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I commenti del Prof. Francesco Bianchi

Durante la fase iniziale del progetto "Sentiero di Esopo", il Prof. Francesco Bianchi  ha redatto dei commenti alle favole. Questa collaborazione ci ha permesso di comprendere meglio il significato che esse possono avere oggi e di come si integrano nel pensiero Soroptimist.

Image by ashim ayed

La cornacchia vanitosa

Certo, siamo tutti d’accordo: è importante accettarsi per quello che si è, pur cercando di migliorarsi senza andare oltre i limiti dati dalla nostra natura. Tuttavia, in una società come la nostra dove l’apparire, l’immagine sembra essere diventata più importante dell’essenza, questa favola di Esopo acquista grande attualità. Il prosperare delle tecniche di chirurgia estetica, dei cosiddetti “ritocchini” o vere e proprie alterazioni è sotto gli occhi di tutti.  Tra i giovani sembra sempre più spesso diffondersi l’abitudine di alterare la propria fisionomia reale sulla base dell’immagine modificata sul proprio i-phone attraverso il foto-shop (interessante il neologismo foto-shoppare). Una vera e propria deriva di chi vuole assumere l’identità fisica fittizia di se stesso perché già frutto di un’alterazione sullo schermo del telefonino. Ovviamente il non accettarsi per quello che si è e il voler essere a tutti i costi diversi – prima fuori poi dentro – è un male di cui si perdono di vista le conseguenze ultime. Non da ultima quella di dimenticare chi veramente si è.

Il lupo e il cane

La morale di questa favola, ripresa anche da Fedro, è nota a tutti: vi si oppone un bene morale di valore assoluto come la libertà a un bene materiale di valore relativo come il cibo. Ma sono proprio sempre in antitesi, ovvero occorre rinunciare ai valori materiali, agli idoli della società consumistica, per essere liberi nelle coscienze, nello spirito? Esopo estremizza le due posizioni: la libertà o l’indipendenza è legata forzatamente al sacrificio, alla rinuncia dei beni materiali, consumistici e, dall’altra parte, la sicurezza materiale comporta per forza la limitazione o la perdita di valori morali, di una propria libera essenza? È possibile forse trovare un equilibrio interiore che ci faccia capire quello di cui abbiamo effettivamente bisogno. La libertà è un bene irrinunciabile, lo sapeva bene il sommo poeta, Dante Alighieri, che non accettò compromessi di sorta pur di difendere la propria dignità morale.

Image by Aldo Houtkamp
Image by David Cadenas

La lepre e la tartaruga

Oggi siamo nella società della velocità, dell’efficienza, in cui l’ozio viene considerato una malattia. Sia lode alla fretta, al tempo guadagnato, all’esasperata competizione.  Sembra che l’importante nella vita e nell’educazione dei figli sia non avere tempi morti in cui annoiarsi. Eppure la noia, come diceva Leopardi, è proficua per la riflessione e soprattutto per l’immaginazione, grazie alla quale possiamo creare sensazioni infinite, sfuggendo alla finitezza di ogni cosa che caratterizza la nostra vita.

L’ efficientismo, l’ambizione del risultato da ottenere a tutti i costi possono essere dannosi: mi piacerebbe che i genitori potessero insegnare ai loro figli che il tempo è sì prezioso, e non va sprecato, ma che esiste un modo intelligente di usarlo, di impiegarlo, un modo in cui possono trovare spazio momenti che appartengano solo a se stessi, e a nessun altro, e nient’altro, apparentemente privi di uno scopo precipuo, ma in realtà utili a trovare il proprio equilibrio, il proprio battito, il proprio io.

Ma la favola di Esopo può essere letta anche sotto altre ottiche: per esempio quella secondo cui non occorre mai rinunciare a priori nel mettere alla prova le proprie capacità. Con l’applicazione si ottiene spesso di più che non con i doni naturali non coltivati: c’è quindi un tempo per tutto (la carriera, la famiglia, le passioni, le amicizie) e nessuno deve arrendersi di fronte a difficoltà che sembrano insormontabili. E questo vale in particolare per le donne chiamate a sfide impegnative ma mai perse in partenza. Le doti individuali, le capacità, la resilienza appartengono a ognuno.

Il leone e il topo

Questa favola di Esopo contiene, oltre alla morale tradizionale, un messaggio interessante e attuale: proprio in questi tempi così difficili, ma non solo, la solidarietà reciproca acquista un valore importante: quando le cose vanno male, l’aiuto tra piccoli, poveri, bisognosi lascia purtroppo spesso spazio alle rivalità, anche meschine, al soddisfacimento dei bisogni individuali a discapito del beneficio o benessere comune. Oggi, se vogliamo avere qualche concreta chance di uscire da questo periodo buio, è importante stringersi, come diceva Manzoni, in “social catena” e aiutarci l’un l’altro, senza badare agli interessi personali, al proprio utile. Il bisogno, la necessità, il pericolo affliggono tutti e prima o poi si deve poter contare sull’aiuto del prossimo, del vicino, del collega. E non contano le gerarchie: si può essere leoni, si può essere topolini, non contano le classifiche, le dimensioni, i ruoli. Tutti possono dare una mano per fare del bene.

Image by Joshua J. Cotten
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