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Incontro con Davide Pizzigoni

La ricerca di Davide Pizzigoni, artista milanese, è cominciata più di trenta anni fa con lo studio dell’Architettura all’Università di Roma, dove si laurea a pieni voti. Il confronto costante con i tremila anni di storia della Città Eterna sono stati il suo principale stimolo. Cercare e studiare in tutte le direzioni, spaziali e temporali è stato sin dall’inizio il suo filo conduttore. Senza nessuna preclusione per le differenti tecniche artistiche, dalla ceramica all’architettura, dalla pittura alla scultura passando per la fotografia ed il teatro, la land art e le installazioni multimediali.

 

Un approccio molto personale, quello di mescolare le arti tra di loro in un continuo tentativo di sintesi, scambio e contaminazione. Il suo intento è stato, sin dall’inizio, la costruzione di una Gesamtkunstwerk, un opera d’arte totale, in cui fosse presente e fondante anche la dimensione temporale in grado di garantirne l’evoluzione e l’aggiornamento, un work in progress portatore di continua vitalità. 

 

Si possono individuare, nel suo lavoro, alcune direttrici privilegiate orientate verso orizzonti apparentemente diversi ma interconnessi, in grado, come vasi comunicanti, di riversare un sapere, quindi una visione, da un ambito di conoscenza all’altro ed in cui la contaminazione diventa un elemento propulsivo e creativo in grado di vedere e fare secondo ottiche inattese ed imprevedibili. 

 

Comincia progettando luoghi del passato mai esistiti ed in grado di configurare un Manuale di Archeologia Fantastica, con luoghi metafisici capaci di evocare gli insegnamenti di J. L. Borges ed in cui la rappresentazione della memoria si propone come materializzazione del tempo cronologico, con un corpo fisico in grado di racchiudere dentro di sé tempi differenti, in una unità di tempo, anzi in una assenza di tempo. 

 

Quasi subito la sua attenzione si orienta verso il Teatro, verso il palcoscenico, per cui disegna scene e costumi dalla forte personalità in grado quindi di suggerire drammaturgie parallele ed ulteriori al testo scritto e recitato. (Opernhaus di Zurigo, Staatsoper di Vienna, New National Theatre di Tokyo).

 

L’esperienza del palcoscenico lo porta a progettare e realizzare una inedita collana di libri dedicati alle opere liriche in cui la pagina si sostituisce alla scena, una vera e propria messa in scena su carta, con tanto di testo e musiche nel CD allegato. Prima edizione mondiale in U.S.A. e Francia con Abbeville Press e successivamente in Italia con Mondadori Electa. ( I titoli apparsi sono Il Flauto Magico di W. A. Mozart, Carmen di M. Ravel, Madama Butterfly di G. Puccini, Rigoletto di G. Verdi).

 

I disegni dei costumi per il Teatro lo avvicinano al mondo della moda per cui realizzerà numerose collezioni di accessori all’interno di una straordinaria ed unica collaborazione con il brand BULGARI che vedrà la presenza sui prodotti anche della sua firma accanto a quella del marchio, fatto piuttosto inconsueto.

 

I suoi studi in Architettura lo conducono sin dall’inizio ad investigare le potenzialità plastiche dello spazio fisico.

Quando queste sue ricerche incontrano lo spazio teatrale avviene quella che per lui è una rivelazione.

Per la prima volta vede lo spazio vuoto come una entità fisica dotata di un corpo, il Corpo del Vuoto.

A partire da questa consapevolezza comincia una ricerca che utilizza tutti i medium pittorici e scultorei, dalla tecnica dell’acquarello alla pittura ad olio, dal carboncino su carta o su tela alla costruzione di manufatti, inizialmente a tre dimensioni quindi a quattro dimensioni quando la presenza di parti mobili o motorizzate introduce il movimento e quindi la dimensione temporale all’interno del quale il movimento avviene.

 

Sue mostre personali vengono allestite in alcuni musei italiani : Bagatti Valsecchi  (2011) e Villa Necchi (2016) a Milano, Villa Carlotta a Tremezzo (2012,Como), Musei Civici (2013) e Galleria Parmeggiani (2013) a Reggio Emilia. 

 

In Giappone, ad Osaka ,viene allestita una sua mostra personale al Daimaru Museum, in cui viene presentata una antologica delle sue opere pittoriche (2005).

 

Alla Triennale di Milano è autore di numerosi interventi artistici durante la mostra 999 domande sull’abitare, per i quali coinvolge le Scuole Civiche Milanesi, di teatro, musica e danza (2018).

 

A Parigi viene allestita una sua installazione multimediale all’interno di Les Arènes de Lutèce, l’antico anfiteatro romano, dal titolo Le souffle du vide (2005). 

Sempre a Parigi realizza la performance Gardiens all’interno del Musée de la Chasse et de la Nature assieme al compositore Ondrej Adamek ed il quartetto d’archi Quator Tana (2012).

Nel 2019, per l’anniversario dei 250 anni dalla fondazione del museo, viene invitato dal Museo del Louvre a tenere una mostra personale di sue fotografie dedicate ai Guardiani dei Musei.

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